Niccolò Fabi: "Questo disco è il mio lavoro più libero"

Niccolò Fabi dice di riconoscersi in quel detto secondo cui al mondo cui esistono tre grandi cose: gli oceani, le montagne e le persone impegnate. Impegnate in tutto, pure a farsi sorprendere dalla bellezza. Prova ne sia il nuovo album ’Libertà negli occhi’, in uscita oggi, che il cantautore romano presenta oggi alla Feltrinelli di piazza Ravegnana (alle 18). "L’ho registrato in una baita montana" spiega, nell’attesa di dare un riscontro live al nuovo repertorio col tour teatrale atteso il 9 ottobre al Teatro Alighieri di Ravenna e il 13 all’Europauditorium di Bologna. "Ho pensato, infatti, che sarebbe stato importante dare un’ambientazione forte a queste canzoni per non farle vivere solo della loro scrittura, ma anche dell’energia assorbita da un luogo stimolante ed evocativo. Così mi sono ricordato del Lago dei Caprioli, in Trentino, dov’ero stato in vacanza e ci siamo trasferiti lì per dieci giorni davanti alla superfice ghiacciata di quello specchio d’acqua immerso nel silenzio".
Nell’iniziale ’Alba’ ammette di sentirsi nella pausa che c’è tra il capire e il cambiare. Perché?
"Forse per l’ermetismo di quella frase ripetuta, ‘Alba’ è la mia canzone del disco preferita. Un brano di poche parole e grande intensità, grazie alla presenza di tantissima musica strumentale che mi consente di volare lontano con la fantasia, in maniera vivida, fertile. Il tempo ti rende consapevole delle cose, ma, pur capendole, non sempre hai la capacità di produrre un cambiamento. Penso, infatti, che ci sia un contrasto tra la natura e la cultura, se per natura intendiamo quello che sei dalla nascita e per cultura quello che apprendi grazie all’esperienza".
Proprio ieri ha compiuto 57 anni. Nel booklet dice che a quest’età scrivere canzoni è come pretendere di far entrare il mare in un bicchiere.
"Ho la netta sensazione che pure la canzone abbia un’età biologica e che gli autori diano il meglio di sè nella fase iniziale del cammino. Andando avanti si vedono le cose in un’altra maniera, più consapevole e magari più divertita, ma il furore creativo cala. Vero che più vivi e più cose hai da dire, ma penso che la canzone sia la forma di comunicazione perfetta per raccontare la scoperta della prima rabbia, del primo innamoramento, delle prime grandi emozioni. Meno per soffermarsi sulle sfumature dell’età adulta".
Nelle note dice pure che dal 2010 ha iniziato ad alleggerirsi delle aspettative.
"È sempre la vita che comanda. E non parlo di quella artistica, professionale, ma degli eventi importanti che t’indirizzano verso la direzione forse più giusta per te. In concomitanza con un evento molto doloroso della mia vita (l’improvvisa scomparsa della figlioletta Olivia ndr) ho sentito che il mio fare musica assumeva tutta un’altra importanza. E che alcuni miei potenziali, illusori, bersagli da colpire dovevo metterli da parte per vivere lo scrivere canzoni in forma di terapia, di guarigione, di libertà e, in qualche modo, di necessaria gioia. E giudico questo disco, forse perché ultimo in ordine di tempo, il più libero di tutti. Che poi sia più o meno bello dei predecessori poco importa".
Tra ’Libertà negli occhi e il predecessore ’Tradizione e tradimento’ sono passati sei anni. Tanti.
"È un po’ la conseguenza del mare nel bicchiere di cui sopra. Faccio dischi da trent’anni e scrivo canzoni da più di quaranta, quindi, penso di aver detto praticamente tutto quello che la sensibilità mi suggerisce; sensazione che rende difficile individuare qualcosa da pubblicare, trovare anche solo una sfumatura non ancora affrontata. Anche perché per me incidere dischi, mettere in circolazione idee e suggestioni destinate a stimolare un poco gli animi delle persone, rappresenta comunque una responsabilità".
Qual è la canzone più ’necessaria’ che le è capitato di scrivere in vita sua?
"Probabilmente ‘Vince chi molla’ dell’album ‘Una somma di piccole cose’: la sceglierei fra le cento e passa composte finora sia per i contenuti che per il momento particolare della mia vita in cui è arrivata. Un vero lampo creativo visto che ho fatto tutto in dieci minuti".
İl Resto Del Carlino